Il regime dell’acqua e la regolazione dei servizi idrici

gennaio 10, 2017
Lo scopo della Conferenza Diritto Energia si è ampliato perché l'energia e l'acqua hanno in comune dei punti importanti. Il più importante dei quali riguarda la loro regolazione. Il tema della settima edizione ha proposto due lemmi che hanno una densità semantica particolarmente significativa: regime e regolazione.

Provo a svolgere qualche considerazione muovendo da un concetto tradizionale.
L'acqua era considerata res extra commercium proprio per le sue caratteristiche. Gli studiosi dell'acqua dell'Ottocento richiamavano il fatto che l'assenza di una forma impediva l'appropriazione individuale. Da questo punto di vista, c'è la proposta di una rifondazione teorica che si muove intorno al concetto di acqua come bene comune.

La nozione di bene comune è ancora ad un livello di rarefazione concettuale tale che non consente di interpretare o ordinare il reale giuridico. In altre parole, non è un antecedente idoneo a sistemare la realtà giuridica che ci si rappresenta e a proporre un criterio di individuazione di una disciplina. Questo è un punto fondamentale. L'acqua può essere vista come un bene nella fruizione individuale. Tuttavia è indissociabile da due momenti fondamentali: dalla gestione del servizio, e quindi dagli investimenti necessari per rendere il servizio efficiente, e dalla regolazione che accompagna la gestione del servizio. In un certo senso, quindi, il bene di per sé incorpora idealmente questi due momenti, che hanno un tasso giuridico particolarmente denso.

Durante la conferenza, alcuni interventi (cito, non me ne vogliano gli altri, Luca Toffoletti e Giuseppe Bellantuono) hanno fatto emergere degli elementi cruciali:



  • Il livello di investimenti non è necessariamente una funzione del modello proprietario: ci possono essere investimenti efficienti indipendentemente dal fatto che sia misto o privato;
  • Il modello delle gare o un modello redistributivo orientato alla tariffa curano in maniera diversa un interesse pubblico. Un interesse che può tradursi in un approccio individualistico, volto sostanzialmente al minor prezzo, oppure alla massimizzazione del valore della convenzione (che significa creare una provvista a favore del soggetto pubblico, chiamato poi a redistribuirla nell'interesse di tutti);
  • La durata delle convenzioni risponde ad obiettivi pubblici completamente diversi. Se è più estesa, punta alla massimizzazione degli investimenti. Se è più contenuta, l'obiettivo primario è la riduzione dei prezzi.


Concludo con due considerazioni. La prima: cento anni fa si istituiva il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche. Credo che questo modello di intreccio tra diritto e tecnica, vecchio un secolo, non rappresenta un fossile giuridico ma, piuttosto, un esempio di grande modernità. La seconda: mi pare che il tema dell'acqua e dei servizi idrici presenti, in un certo senso, un'immagine rovesciata e speculare rispetto al mercato dell'energia. In Italia, il prezzo dell'acqua più basso d'Europa si accompagna a uno dei servizi più scadenti. L'energia, al contrario, gode di uno tra i servizi migliori del continente e, allo stesso tempo, di prezzi sui quali sarebbe corretto svolgere qualche riflessione.